MISSILI E DEPOSITO RADIOATTIVI: ECCO I VERBALI

Tutto ciò che non si doveva sapere e doveva restare nascosto.
Ecco il verbale dell'audizione del delegato della Procura di Cagliari nella commissione d'inchiesta su uranio impoverito.

Notizie sconvolgenti su deposito e missili radioattivi.

Ecco il testo integrale del faccia a faccia con il deputato di Unidos Mauro Pili:

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUI CASI DI MORTE E DI GRAVI MALATTIE CHE HANNO COLPITO IL PERSONALE ITALIANO IMPIEGATO IN MISSIONI MILITARI ALL’ESTERO, NEI POLIGONI DI TIRO E NEI SITI DI DEPOSITO DI MUNIZIONI, IN RELAZIONE ALL’ESPOSIZIONE A PARTICOLARI FATTORI CHIMICI, TOSSICI E RADIOLOGICI DAL POSSIBILE EFFETTO PATOGENO E DA SOMMINISTRAZIONE DI VACCINI, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AGLI EFFETTI DELL’UTILIZZO DI PROIETTILI ALL’URANIO IMPOVERITO E DELLA DISPERSIONE NELL’AMBIENTE DI NANOPARTICELLE DI MINERALI PESANTI PRODOTTE DALLE ESPLOSIONI DI MATERIALE BELLICO E A EVENTUALI INTERAZIONI

RESOCONTO STENOGRAFICO

34.

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 3 AGOSTO 2016

Seguito dell’audizione del professore di statistica medica dell’Università degli Studi di Firenze, Annibale Biggeri, e del dirigente dell’Arpas Sardegna, Massimo Cappai:

Pili Mauro (Misto)…………………………………………………………………………………..

La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l’attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Seguito dell’audizione del professore di statistica medica dell’Università degli Studi di Firenze, Annibale Biggeri, e del dirigente dell’Arpas Sardegna, Massimo Cappai.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito dell’audizione del professore di statistica medica dell’università degli studi di Firenze, professor Annibale Biggeri, e del dirigente dell’ARPAS Sardegna, dottor Massimo Cappai.
Ricordo che l’odierna seduta si svolge nelle forme dell’audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
Do il benvenuto al professore Annibale Biggeri e al dottor Massimo Cappai e ringrazio entrambi per aver voluto cortesemente tornare una seconda volta al fine di permettere il completamento della trattazione di argomenti importanti.
Durante la precedente seduta del 20 luglio 2016 il professor Biggeri e il dottor Cappai hanno svolto un’ampia relazione sui temi di rispettiva competenza.
In particolare, il professor Annibale Biggeri, in quanto epidemiologo, ha riferito in materia di indagini ambientali sui poligoni di Salto di Quirra e di Capo Teulada, con particolare attenzione agli effetti sulle popolazioni dei comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi.
Il dottor Massimo Cappai, dirigente ARPAS Sardegna, ha esposto i risultati dell’indagine sui medesimi poligoni, condotta insieme all’ISPRA, soffermandosi in maniera particolare sulle caratteristiche del missile tipo MILAN.
Nella scorsa seduta di audizione non era stato esaurito l’ordine del giorno per mancanza di tempo materiale, per questa ragione abbiamo sentito l’esigenza di convocare un’altra riunione. Chiedo, pertanto, al professor Biggeri e al dottor Cappai se desiderino aggiungere qualcosa a quanto già riferito. Successivamente, aprirò il dibattito.

ANNIBALE BIGGERI, Professore di statistica medica dell’Università degli Studi di Firenze. Ho una brevissima nota aggiuntiva relativamente alle risultanze dello studio sulla popolazione residente in prossimità del poligono interforze di Salto di Quirra, nella area del comune di Villaputzu.
Ho fatto parte del gruppo di lavoro, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, nell’ambito della commissione redatta sulla base della mozione del Senato della Repubblica del 23 febbraio 2011, che è riportata sopra. Quindi, se ritenete opportuno, potete audire anche chi ha la responsabilità diretta di questo rapporto.
A integrazione, vorrei, comunque, aggiungere una nota comparativa sulle risultanze dell’indagine di Salto di Quirra rispetto alle aree subcomunali dei comuni di Sant’Anna Arresi e Teulada perché è importante capire la complessità della questione e le differenze, che possono essere di particolare interesse non solo scientifico.
Sempre in premessa, per il poligono di Salto di Quirra risulta, come documentato nella relazione dell’Istituto superiore di sanità, una presenza non conforme alle concentrazioni soglia per alcuni parametri, tra cui antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, cromo, tallio, piombo, rame e zinco. Questa, però, è un’informazione che non posso estendere al poligono di Teulada, come ho detto nella mia relazione.
Lo studio è simile perché è fatto nello stesso modo di quello che abbiamo visto per Teulada, quindi prevede una coorte di tutti residenti nel comune di Villaputzu, all’interno della quale viene studiato il profilo di mortalità e ricovero in particolare di residenti in sezioni censuarie che comprendono parte del territorio del poligono a mare e alcune sezioni viciniore.
Quello che si vede è di particolare interesse. Per esempio, non c’è nessun eccesso di malattie cardiache, mentre c’è un raddoppio del tasso di tumori, ma soltanto nei maschi. Non c’è evidenza nelle donne.
Nelle conclusioni dello studio è interessante notare che il tasso dei tumori maligni a Quirra è il doppio di quello dei residenti in altre parti del comune di Villaputzu. Sono stime incerte, quindi possiamo assumere tutte le cautele statistiche ed epidemiologiche del caso, ma ciò non toglie che è particolarmente significativa la presenza di un tumore encefalico, un tumore osseo e una leucemia. Si parla, quindi, di tre tumori in un follow-up molto breve, dal 2007 al 2013.
La coorte, fatta con l’Istituto superiore di sanità, non aveva la potenza che ha una coorte che riusciamo a fare nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria, là dove possiamo procedere al disclosure delle informazioni anagrafiche, quindi fare un record linkage molto più accurato, attraverso anche l’acquisizione delle anagrafi comunali. Quindi, per Teulada e per una frazione di Fogi il follow-up è molto più lungo e più completo di quanto non lo sia per Quirra.
Quanto alle differenze, a Quirra c’è una documentata presenza di metalli; a Fogi c’è una documentata esposizione al rumore. Sulla mortalità generale a Quirra non c’è nessun eccesso; a Fogi, invece, c’è un raddoppio della mortalità soprattutto per malattie cardiocircolatorie. A Quirra abbiamo 4 casi di tumore maligno (vi ho ricordato, in particolare, encefalo, leucemia e tumore delle ossa), mentre a Fogi non c’è nessuna evidenza di eccessi rilevanti per le malattie tumorali, ma c’è 3-4 volte il rischio per malattia coronarica e scompenso.
Insomma, la situazione è complessa e non si può fare di ogni erba un fascio. Questo è quanto mi premeva portare alla vostra attenzione.

PRESIDENTE. Grazie, professore. Dottor Cappai, intende aggiungere anche lei qualcosa?

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. Buongiorno a tutti. Non voglio aggiungere nulla. Sono qui per rispondere alle vostre eventuali domande, non avendo niente da includere nella documentazione che ho presentato in precedenza.

PRESIDENTE. Grazie. Do, quindi, la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

MAURO PILI. Vorrei sapere dal professor Biggeri che tipo di relazione hanno questi dati con le attività svolte nei due poligoni. Le due casistiche di raddoppio dei casi tumorali per Quirra e di quelli cardiologici per Teulada hanno una correlazione che avete analizzato e che può essere collegata con qualche implicazione militare?

ANNIBALE BIGGERI, Professore di statistica medica dell’Università degli Studi di Firenze. Questi dati vanno letti insieme alle risultanze delle relazioni di tipo ambientale. Gli studi sono fatti separatamente. Gli studi epidemiologici per Quirra e Teulada fanno uso di archivi correnti, delle statistiche ufficiali, del certificato di causa di morte e della scheda di dimissione ospedaliera, ma non di questionari.
Non c’è, pertanto, un’intervista alla persona che indaga l’eventuale storia di vita, ovvero la storia professionale e quella residenziale. Infatti, quanto è desumibile dall’anagrafe non consente di seguire in modo efficace tutti gli spostamenti di residenza interni a un comune. Questo è il limite che avevo illustrato.
La correlazione è, dunque, qualitativa. Abbiamo, in particolare, due relazioni. A questo fine, ci possono aiutare le conoscenze che la letteratura scientifica ha già sedimentato sulle tossicità delle varie sostanze.
Per quello che riguarda Quirra, gli eccessi per questi particolari tumori potrebbero essere anche coerenti, soprattutto se consideriamo che l’area complessiva di tutti i comuni su cui insistono i due poligoni, sia quello a mare, sia quello a terra, vede un eccesso di malattie del sistema linfoemopoietico nei maschi. Questo farebbe pensare a sostanze tossiche specifiche di una possibile esposizione professionale. Pensiamo ai pastori che entrano nel poligono o alle donne che risiedono nelle vicinanze.
Si richiede, quindi, una valutazione più specifica per quello che riguarda Quirra. In particolare, visti quei tumori, il sospetto epidemiologico è verso le sostanze radioattive, ma bisogna che siano documentate nelle relazioni tecniche sulle matrici ambientali. Dunque, nella conclusione del lavoro coordinato dall’Istituto superiore di sanità questi eccessi (tumore delle ossa, tumore del sistema nervoso centrale e leucemie) sono commentati come interessanti e meritevoli di approfondimento, ma non di più, proprio perché manca una documentazione solida della presenza di sostanze radioattive e dell’eventuale esposizione del pastore a esse.
Per Teulada, invece, la questione è differente. Parliamo, infatti, di malattie cardiovascolari. Ci sono varie ipotesi per cui le patologie cardiovascolari, per quella piccola popolazione che risiede nell’aria di Fogi, possono essere aumentate. Abbiamo diverse ipotesi tra loro molto coerenti, legate alle attività militari. Quella più semplice riguarda il rumore delle esercitazioni, il rumore impulsivo relativo agli spari e quello relativo alle basse frequenze. In questo caso, l’esposizione della popolazione è documentata in casa delle persone e durante l’esercitazione. Abbiamo, pertanto, una documentazione. La letteratura scientifica, peraltro, ci supporta in questa interpretazione.
Ci sono altri fenomeni che nel tempo si sono verificati e hanno comportato l’esposizione della popolazione a uno stress certamente legato all’aumento di rischio di patologie cardiovascolari.
L’altra cosa, non documentata, ma chiaramente desumibile, è l’esposizione alle polveri fini. Infatti, gli autoveicoli militari comportano un’esposizione a polveri fini come il traffico, ma di entità molto maggiore. Basti vedere la cilindrata e il consumo dei carburanti dei carri armati e dei mezzi militari, nonché considerare il fatto che queste esercitazioni si svolgono un giorno su tre, come risulta dai tabulati che abbiamo ottenuto nell’ambito della perizia.
Questi sono gli aspetti più importanti perché polveri fini e rumore sono elementi molto solidi nella letteratura sulle malattie cardiovascolari. Abbiamo l’informazione dal 1995 e il follow-up dal 2000 al 2013, che è anche coerente con i tempi di latenza. Questa è, quindi, la parte più solida. Sulle altre, invece, sarebbero necessari degli approfondimenti.

MAURO PILI. Vorrei sapere se, su Quirra, per caso, avete incrociato i dati alla base dell’indagine della procura della Repubblica di Lanusei su oltre 150 decessi nell’area, appunto, intorno a Quirra riconducibili a pastori, a militari o ad altri soggetti. In particolare, le chiedo se c’è un aggancio tra le confessioni di qualche militare o di qualche soggetto vicino e se avete considerato questo elemento nelle vostre analisi.

ANNIBALE BIGGERI, Professore di statistica medica dell’Università degli Studi di Firenze. Non nell’analisi su Quirra che ho condotto io. Potete, però, chiedere agli altri componenti della commissione.

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. A proposito della potenziale contaminazione degli alimenti, la volta scorsa avevo risposto molto brevemente a una domanda. Infatti, nella fretta di concludere l’esposizione su un lavoro molto complesso e impegnativo che abbiamo svolto nell’area, avevo trascurato di illustrare le indagini svolte sugli alimenti prodotti negli allevamenti che insistono sulla zona di Teulada.
Dunque, chiariamo bene questo aspetto. Nel 2014, proprio allo scopo di verificare se vi fosse un eventuale trasferimento della contaminazione eventualmente presente all’interno del poligono di Teulada all’uomo, tramite la catena alimentare, si intraprese un’indagine di dettaglio sui prodotti degli allevamenti che insistevano sull’area e di tutto il bestiame che pascolava all’interno della zona del poligono, che era stato considerato idoneo all’uso con le modalità stabilite negli anni Duemila.
Vi era, dunque, un uso legittimo dell’area del poligono come pascolo, concordato con accordi tra la regione, il comune e gli allevatori. In pratica, ci sono delle aree definite all’interno del poligono nelle quali il bestiame (bovini, ovini e caprini) pascola abbastanza liberamente.
Tutto il bestiame è segnato; ogni bestia ha il suo codice, quindi tramite l’ispettore veterinario della ASL di Cagliari, per quanto competeva agli allevamenti di Teulada, e dell’ASL di Carbonia-Iglesias, per quanto competeva quelli della zona di Sant’Anna, si fece un programma di campionamento finalizzato prima di tutto a verificare la contaminazione del latte. Successivamente si sarebbe dovuto fare anche il campionamento delle carni.
Le analisi sono state svolte da noi, come agenzia, per quanto riguarda la contaminazione dei radioisotopi, fondamentalmente figli dell’uranio e del torio, e dall’Istituto zooprofilattico per quanto riguarda la contaminazione da metalli pesanti e comunque da uranio e torio considerati come inquinanti classici, in modo da avere una doppia verifica, appunto. della risultanza dell’uranio e del torio.
I campionamenti svolti su tutti gli allevamenti che insistono in quella zona non hanno dato alcun risultato significativo, nel senso che nessun campione presentava valori rilevanti di uranio, torio o radio, né di metalli pesanti.
Abbiamo rendicontato alla procura, quindi esistono tutti i verbali e i documenti analitici che certificano questa situazione.
Non è stato, però, possibile campionare le carni perché, una volta classificato tutto il bestiame in base al relativo codice, si sarebbe dovuto campionare la bestia quando fosse stata macellata, il che comprendeva la necessità di concordare con i macelli o comunque con gli allevatori la comunicazione agli uffici della ASL e alla procura della macellazione degli animali in modo da provvedere, appunto, al campionamento.
Non è stato possibile, tuttavia, mettere in pratica questo protocollo, quindi non abbiamo nessun campione sulle carni. Sicuramente, però, il campionamento del latte escludeva – ripeto – il trasferimento degli eventuali contaminanti all’uomo.

MAURO PILI. Ho una domanda per il dottor Cappai. C’è stata confusione sulla risposta finale rispetto al numero dei missili Milan. Quando siete stati a fare i sopralluoghi, avete chiesto il bilancio dell’utilizzo dei missili Milan su Teulada. Mi pare, però, che, rispetto al riscontro di quelli sparati e di quelli rinvenuti sul terreno, ne manchi all’appello un numero abbastanza rilevante. Vorrei, pertanto, avere il dettaglio.

Inoltre, avete riscontrato con certezza la presenza di torio sui Milan esplosi, ovvero sulle testate rinvenute già esplose?
Sulla partita della carne e del bestiame, vorrei chiedere al professor Biggeri se è importante rilevare questo elemento anche sulla carne e non, invece, soltanto sul prodotto lattiero caseario.
All’ARPAS, invece, vorrei chiedere se hanno mai proposto l’interdizione dell’intera area a causa delle conseguenze sulla penisola Delta. Avete, come proposta regionale, quindi come ARPAS, chiesto anche alla procura di interdire quell’area?
L’ultima domanda è se avete riscontrato, prima della modifica delle norme sulle soglie di inquinamento, dati sopra soglia. Chiedo, in sostanza, se c’è un riscontro preventivo rispetto alla modifica parlamentare delle analisi proposte per far diventare aree industriali le zone militari e se quei riscontri erano eventualmente in linea con le disposizioni normative.

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. Partiamo dalle risposte certe. Abbiamo ritrovato numerosi resti di missili Milan in tutto il territorio del poligono, sia nelle aree a terra sia nella penisola. Le aree a terra sono tre. Una si chiama Seddas de Croveddu, un’altra Perda Rosa e la terza area Cogolidus.
Seddas de Croveddu si trova all’interno del poligono Alfa. A Seddas de Croveddu e a Perda Rosa ci sono tuttora dei carri bersaglio, nel cui intorno sono stati trovati numerosi resti di missili Milan. Alcuni risultavano avere ancora una parte o tutta la lunetta di torio, quindi erano radioattivi; altri resti non presentavano più la lunetta di torio e comunque dalle misure non risultava che ci fosse ancora questa presenza.
Dalle richieste fatte al comando del poligono, anche dagli atti della procura, risulta che in tutto il poligono, dal 1999 al 2004, sono stati utilizzati – se non ricordo male – 4.200 missili Milan, di cui più di 2.000 utilizzati sulla penisola Delta.
Ora, cosa succede a un missile Milan quando impatta su un bersaglio? Se ha carica, chiaramente esplode, quindi probabilmente anche la parte posteriore dove è alloggiata la lunetta di torio si disintegra assieme a tutto il resto del missile. Quando, invece, è utilizzato solo come un oggetto balistico, quindi non esplode sul bersaglio, la carica non è presente, allora rimbalza, si distrugge, si smonta e disperde i suoi prezzi in tutto il territorio circostante. È probabile – anche se non abbiamo la possibilità di riscontri – che tutti i missili che avessero la carica esplodente abbiano disintegrato tutta la parte del motore, mentre tutti quelli che non l’avevano abbiano disperso i pezzi nei dintorni dei bersagli.
Dal 2009 e anche in precedenza, da tutti gli atti che ha prodotto il comando del poligono e lo Stato maggiore della difesa dell’esercito risulta che subito dopo le esercitazioni i reparti che si esercitavano dovevano ripulire le aree dal materiale utilizzato.
La cosiddetta «bonifica» consiste essenzialmente nella pulizia dell’area di partenza del colpo, quindi vanno ritirati tutti i bossoli, i residui degli eventuali accampamenti e tutte le parti di partenza del colpo. In alcune circostanze, si va anche a pulire nella zona del bersaglio. Ovviamente, questo avviene quando è possibile, ovvero quando il bersaglio non si trova in una zona interdetta, come la penisola Delta, per cui era impossibile recuperare i residui del proiettile o del sistema d’arma.
Presumiamo, pertanto, che una parte di questi oggetti sia stata recuperata dal personale che effettuava le operazioni di bonifica subito dopo le esercitazioni. Questo è quello che hanno dichiarato i comandanti dei poligoni, per quanto non direttamente responsabili delle attività di esercitazione, che, in realtà, sono svolte dai singoli reparti in completa autonomia all’interno delle aree.

MAURO PILI. Vorrei sapere se è stata resa tracciabile da parte dell’esercito la rimozione o comunque l’allontanamento dalla base di questo tipo di residuo ed eventualmente come, ovvero se c’è un affidamento diretto a una società specializzata o quant’altro.

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. Tutto il materiale che è stato recuperato è custodito all’interno del comando del poligono di Teulada in un’area riservata, nella quale si applicano le norme di radioprotezione.
In quell’area è intervenuto più volte il CISAM, l’organismo tecnico interforze dell’Esercito preposto per legge a svolgere questo ruolo. Non abbiamo, però, ancora riscontri di dismissioni, ovvero di cosiddetto «smaltimento», di queste sorgenti presenti all’interno del comando.
Abbiamo chiesto notizia dell’eventuale ritrovamento, ovvero che fine avesse fatto tutto il materiale recuperato dai vari reparti esercitativi che nel corso degli anni avessero effettuato le operazioni di bonifica dopo l’uso dei missili Milan, ma non abbiamo avuto alcuna risposta.

MAURO PILI. Questa domanda su un elemento cardine, a cui non avete avuto risposta, è stata fatta come procura, cioè come soggetti delegati dalla procura, o come ARPAS?

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. Ribadisco che noi abbiamo avuto una delega di indagine da parte della procura. In sostanza, non lavoriamo come ARPAS, ovvero come organismo tecnico che svolge il suo ruolo di regione, ma siamo organi tecnici a supporto dell’indagine della procura. Di conseguenza, tutte le interlocuzioni, le domande e le richieste, vengono veicolate direttamente dalla procura.

MAURO PILI. Quindi, non avete fatto nemmeno una verifica su quest’area riservata?

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. Per precisione, non è che non abbiamo avuto risposta. La risposta è stata che tutti i reparti portavano via i propri rifiuti, quindi il comando del poligono non sapeva…

MAURO PILI. Di quello riscontrato radioattivo non c’è una tracciabilità?

MASSIMO CAPPAI, Dirigente dell’Arpas Sardegna. No, non abbiamo avuto nessun riscontro su questo. Per quanto riguarda, invece, la richiesta di interdizione di tutta l’area del poligono che non fosse la penisola di Teulada, non è stata mai stata avanzata una richiesta del genere.
La procura – ripeto – non ha mai avanzato questo tipo di richiesta. Ha manifestato l’eventuale possibilità che venissero poste sotto sequestro alcune aree, ma poi il procuratore non ha deciso di mettere in atto i provvedimenti di sequestro.
Per quanto riguarda la verifica delle contaminazioni prima della modifica del Codice dell’ambiente che includeva le aree militari all’interno delle aree industriali, non abbiamo mai fatto campionamenti precedenti all’entrata in vigore di questa normativa. Tutti i riferimenti di legge erano già vigenti nel momento in cui abbiamo fatto le analisi.

PRESIDENTE. Professore, doveva aggiungere qualcosa…

ANNIBALE BIGGERI, Professore di statistica medica dell’Università degli Studi di Firenze. Sì. Riguardo alla misurazione della carne, tutto dipende dal destino delle singole sostanze inquinanti dentro il nostro organismo. Questa è una prima cosa. Si fanno delle biopsie, quindi vorrei vedere, per esempio, il fegato o il rene, se andiamo a cercare certi tipi di metalli. Inoltre, dipende dall’uso. Se si mangia la carne, sarebbe opportuno fare anche una valutazione sulle carni.

PRESIDENTE. Ringrazio il professor Biggeri e il dottor Cappai, che sono stati davvero cortesi a tornare per una seconda volta. Non escludo l’eventualità che questa commissione possa audirli anche in occasione della missione che si terrà il prossimo settembre in Sardegna.
Dichiaro conclusa l’audizione.