PILI: IL TRACOLLO DEL PECORINO,IN DUE ANNI IL PREZZO CROLLA DEL 45 %

IL SILENZIO DI GOVERNO E REGIONE

AD AGOSTO PERSO UN ALTRO 26% RISPETTO ALLO SCORSO ANNO

ORA UN KG DI PECORINO SULLA PIAZZA DI MILANO E’ QUOTATO 5 EURO

DUE ANNI FA VALEVA OLTRE 9 EURO, UN DISASTRO SENZA PRECEDENTI

SUBITO L’AUTORITY PER GOVERNARE IL MERCATO E SCONGIURARE ENNESIME SPECULAZIONI

“Un tracollo del prezzo del pecorino del 45% in due anni. Nel 2015 il pecorino romano sulla piazza di Milano valeva 9,23 euro, ora ne vale 5,10. Un disastro senza precedenti su cui è calato il silenzio di regione e governo che non hanno mosso un dito per fronteggiare il tracollo del principale prodotto lattiero caseario della Sardegna. Non solo non è stato messo in campo un piano di sostegno per il mondo degli allevatori stremati da questo disastro annunciato ma niente è stato fatto per pianificare una strategia in grado di ripristinare le quotazioni sul mercato. I dati resi pubblici dall’osservatorio del mercato lattiero caseario Clal.it sono la drammatica rappresentazione di un settore al collasso per il quale non si intravvede alcuna risposta compiuta da parte delle istituzioni. Il governo si è mostrato incapace di governare questi processi e la Regione è rimasta a guardare piuttosto che attivare tutti i canali necessari per rilanciare il settore. Il tracollo del pecorino romano avviene tutto a scapito degli allevatori che risultano essere la catena debole di questo mercato dove le speculazioni sono ormai all’ordine del giorno. Non esiste nessun organismo in grado di misurare realmente le produzioni e garantire azioni antispeculative. L’organismo attivato dalla Regione è non solo inutile ma avalla di fatto queste azioni speculative dei mercati. Non ci sono parametri e strumenti oggettivi per misurare le produzioni e la stessa pianificazione in capo ai consorzi è risultata fallimentare. Per questa ragione deve essere immediatamente istituita una Autority terza in grado di sanzionare coloro che speculano e nel contempo regolare i processi produttivi e commerciali. Lo ha denunciato il deputato di Unidos Mauro Pili che stamane ha inviato al Presidente della Camera e al Presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio una formale e urgente sollecitazione perché venga immediatamente calendarizzata la discussione e l’approvazione della risoluzione a prima firma Pili con la quale si individuano le azioni immediate per rilanciare il comparto lattiero caseario ovino.
“Serve un salto di qualità immediato – ha detto Pili. Serve una vera e propria Autority, terza, al di sopra delle parti, non per mediare ma per certificare. Certificazione di quantità e qualità indispensabili per pianificare e governare le produzioni. Un’Autority antispeculazione, capace di regolare in modo scientifico e non salottiero la domanda e l’offerta del sistema lattiero caseario sardo. Un’ Autority che tuteli prima di tutto i più deboli, che garantisca al mondo della pastorizia certezza di diritto e di guadagno. E’ impensabile che il prodotto latte si venda senza conoscere preventivamente il valore del suo acquisto. Per questo l’Autority deve mettere in piedi un sistema di certificazione reale e non approssimato del quantitativo quotidiano o settimanale di produzione di latte. E’ fin troppo evidente che il meccanismo di definizione del prezzo non può prescindere dalla quantità del latte prodotto e dalla diversificazione del prodotto finale. E per questo è indispensabile capire quanto sta avvenendo nel mondo, a partire dagli Stati Uniti, principale consumatore del prodotto “Pecorino Romano”. Se il mercato sta cambiando bisogna orientare meglio la produzione del formaggio. Tema di cui nessuno parla o se ne occupa. La regola fondamentale da introdurre è la misurazione della qualità organolettica dello stesso latte, per poter meglio variare e collocare quella tipologia rispetto alle esigenze del mercato. Si deve individuare esattamente la quantità di pecorino romano da produrre e orientare in modo scientifico le diversificazioni da collocare sul mercato con prezzi competitivi incrociando anche in questo caso la domanda del mercato con l’offerta. E’ da stolti continuare ad ignorare quello che sta avvenendo negli Stati Uniti. Il mercato americano è in profonda evoluzione e tutti, in Sardegna e non solo, continuano ad ignorarlo. Lasciando spazio a qualche multinazionale organizzata”. “Il pecorino – ha proseguito Pili nell’appello ai vertici della Camera - non è più un formaggio da infilare in un tubetto ma è un prodotto speciale di qualità, non più da grattugia ma da tavola. Bisogna certo azzerare le scorte e serve la volontà politica per farlo. Ma non possiamo affidare il tutto ad effimere soluzioni politiche, tantomeno per la definizione del prezzo del latte. Occorre esplorare nuovi mercati, orientare meglio le produzioni. Se abbiamo un maggiore potenziale produttivo non dobbiamo invocare il prezzo politico, ma dobbiamo collocare nel miglior modo possibile il prodotto rispetto a nuovi mercati che avanzano. Con o senza di noi. La rivoluzione è in atto, ma la Sardegna è ferma al palo. Un processo che evidentemente registra contraffazioni, imitazioni, caciotte e controcaciotte che stanno invadendo il mercato americano a scapito delle produzioni sarde. Bisogna reagire – ha concluso Pili – e non c’è altro tempo da perdere”.