Su Mustaioni de Renzi

E custu? Mandau de Renzi a fai su mustaioni in Sardigna.

Lo guardi in faccia e ti spaventi. Lo ascolti e ti ribalti dalle risate. Mustaioni, appunto, spaventapasseri, incravattau e scrabionau. Conquista titoli a caratteri cubitali Mustaioni. A Roma lo considerano il portaborse, in Sardegna lo osannano come il messia.

Ai tempi di Baghino, Eusebio, veniva Andreotti in persona a dare ordini, ora mandano Mustaioni. Un giorno sì e l'altro pure.

Gli hanno detto: vai in Sardegna, fai finta di contare qualcosa, fatti dare un titolo al giorno, prometti ogni ora una bufala. E lui è ligio al dovere. Inaugura fabbriche chiuse, che restano sempre chiuse, accarezza bambini, che sono adulti, sparla e straparla di Sardegna. Beato Mustaioni.

Perseguita da settimane Sturru Pintu, senza rispetto alcuno. Lo costringe a dichiarare in pubblica piazza e senza vergogna che voterà Sì al referendum per la schiforma costituzionale.

Gli impone il dogma di Renzi, il proconsole mandato in Sardegna a dare ordini ai valvassini e ai servi della gleba di viale Trento.

Mustaioni, lo spaventapasseri di renziana memoria, ordina a Sturru Pintu, lo storno nero di viale Trento, di obbedir parlando. Ignaro che la più imponente propaganda per il No è proprio il Sì di Sturru Pintu.

Mustaioni, in arte Lotti, della premiata merchant bank di palazzo Chigi, ha il compito improbo di ribaltare le sorti del referendum in Sardegna, di arginare la sconfitta data per certa.

I sondaggi sono nefasti, in Sardegna i Sì perdono più di altrove e dunque Renzi mette in campo Mustaioni.

Del resto che senso ha spendere in Sardegna un ministro, un decreto serio? Basta Mustaioni!

E Pigliaru, Sturru Pintu di Viale Trento, teme Mustaioni come pochi.

Il rapporto tra i due è idilliaco. Uno racconta che la "deforma" è il futuro della Sardegna e l'altro, pedissequamente, si allinea. Servo tra servi. Rapporto di sudditanza, senza se e senza ma.

Svenduto a Mustaioni, senza colpo ferire.

Ad Allai, zio Giovanni, aveva cosparso il vigneto di mustaionisi, di ogni razza, bottiglie di vetro, di plastica, piene e semivuote, moventi e semoventi. Niente da fare.

Nessuno dei volatili del Barigadu credeva a mustaioni. Gli fregavano l'uva senza timore. Sino al colpo di carabina che, esploso in aria, faceva dileguare anche i più temerari.

Che il presidente della regione chieda ascolto a Roma è plausibile, ma che di punto in bianco la storia autonomistica della Sardegna, per quanto blanda, venga svenduta a cotanto Mustaioni ce ne passa.

Capita di tutto in questa terra ma non era mai capitato prima: Mustaioni che frega l'uva a Sturru Pintu.

Ed onde evitare che l'annosa piaga del venire in Sardegna a fare legna si possa ripetere è meglio dotarsi di sonoro riconoscimento: a son'e scuppetta o a son'e corru. Da cacciare con biglietto di sola andata.

Del resto non saranno certo Mustaioni & Sturru Pintu a spiegare ai sardi cosa votare.

E per evitare che entrambi continuino a fregarsi l'uva è meglio farsi sentire.

Io voto No.